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CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE
Dopo il Concilio Vaticano II si è cominciato a parlare di Consigli Parrocchiali, come forma di promozione e coinvolgimento dei fedeli nella guida pastorale della Parrocchia. Il compito di pastore è proprio del Parroco, ma nelle grandi parrocchie cittadine non può fare tutto lui, ma deve delegare diversi compiti ad altri: sacerdoti, religiosi, laici. Questo però non è il motivo principale del rinnovamento in atto: i laici sono chiamati da Dio a scoprire i loro carismi e a metterli a disposizione della Chiesa per il bene di tutti. Sono fiorite così numerose vocazioni a fare i catechisti dei bambini, dei giovani e degli adulti, a svolgere vari ministeri nella liturgia, come diaconi, lettori, ministri della Comunione, cantori, e infine a operare nella carità con vari tipi di volontariato.
Come coordinare tutto questo? Attraverso un piano pastorale che ogni anno delinei i vari compiti, gli obiettivi, le attività da compiere insieme. E chi lo fa questo piano?
Ecco il compito fondamentale del Consiglio Pastorale Parrocchiale. Sarà poi il Parroco ad approvare e a correggere quanto viene proposto dai rappresentanti dei parrocchiani, e lui stesso si fa promotore di realtà nuove. Tutto questo viene così delineato nello Statuto:
“Il CPP ha il compito di promuovere l’attività pastorale della parrocchia nelle sue dimensioni di comunione e di missione, in armonia con le indicazioni diocesane e vicariali. Per questo:
A) studia le realtà e le esigenze della parrocchia nel contesto culturale, religioso, familiare e sociale;
B) definisce e promuove, in comunione con il parroco ed in armonia con il progetto pastorale diocesano, il piano pastorale parrocchiale;
C) individua, attraverso una costante osservazione della situazione parrocchiale, il modo migliore di tradurre in scelte concrete il piano pastorale parrocchiale;
D) mantiene stretti collegamenti con il Consiglio Pastorale Vicariale e con quello Diocesano.”


INCONTRO DEL CONSIGLIO PASTORALE E DEL CONSIGLIO ECONOMICO COL CARDINALE AL MOMENTO
Chi era presente, martedì sera, all’incontro col Cardinale, è rimasto colpito dalla chiarezza con la quale il nostro Vescovo ha delineato il nuovo volto di Parrocchia in un mondo che cambia.
C’è un processo crescente di marginalizzazione della Chiesa, che secondo una mentalità diffusa, deve stare dentro le Sagrestie. Per noi invece la Chiesa deve essere presente nella vita quotidiana, tra la gente. Difatti non siamo scomparsi dalla scena grazie alla rete di Parrocchie presente su tutto il territorio.
Ma ora la situazione sta cambiando. Non ci sono più preti in numero sufficiente da coprire il territorio. Inoltre in precedenza la mobilità delle persone era ridotta, la gente viveva e lavorava in un territorio ristretto. Anche il modo di comunicare tra le persone è cambiato, basta pensare a internet e ai cellulari.
Occorre ripensare la Parrocchia nella situazione attuale di mobilità. C’è una dimensione carismatica, cioè i nuovi movimenti e associazioni laicali, all’interno della Chiesa che sta andando oltre la dimensione istituzionale della stessa Parrocchia; dà anima e forza alla Chiesa ma non coincide più col territorio parrocchiale. Si tratta di unire insieme queste due dimensioni.
A questo punto il Cardinale ci indica tre linee su cui indirizzare la nostra comunità parrocchiale:
1a . Integrazione territoriale. Si tratta di creare legami tra Parrocchie, e all’interno della stessa Parrocchia comunione tra i carismi, collegamento con la Diocesi tramite le indicazioni pastorali del Vescovo. In parole povere: nessuno non può più farcela da solo.
2a . Maggiore integrazione tra il tessuto dell’azione pastorale della Parrocchia e il progetto culturale della Chiesa Italiana: la Parrocchia sarà così capace di crescere e di fare proposte comprensibili per l’uomo di oggi. Tenersi aggiornati con “Toscana oggi” e “Avvenire“, che ci possono aiutare  ad avere un’opinione dei fatti sociali secondo una visione di chiesa. Favorire eventi culturali che arricchiscano la formazione dei fedeli.
3a . Assumere l’istanza di portare la Chiesa fuori da sé, abitare le periferie, reagire di fronte alle provocazioni del mondo. Si tratta di portare il Vangelo nel mondo, di una coraggiosa scelta missionaria. Se siamo nella gioia saremo capaci di comunicare agli altri un Vangelo di gioia.
Spero di essere stato fedele alle parole del nostro Vescovo, che costituiscono un invito alla conversione, a cambiare vita e mentalità come Chiesa e come singoli fedeli.
Un grazie al Cardinale Giuseppe Betori.
(Dal Foglio “Il Momento” del 12/01/2014)


COME VIENE ELETTO IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE
Il Consiglio Pastorale della nostra Parrocchia rispecchia la natura particolare della Parrocchia stessa: è composto infatti attualmente da 28 Consiglieri, dei quali 3 sacerdoti diocesani, 1 religioso e 1 religiosa in rappresentanza degli Istituti religiosi presenti sul territorio. 10 eletti dai partecipanti alle Messe domenicali. 8 rappresentanti delle associazioni laicali presenti in parrocchia. 1 rappresentante dei giovani dell’Oratorio. 1 rappresentante del Consiglio Economico Parrocchiale. 3 nominati dal Parroco, come responsabili delle tre principali attività pastorali: catechesi, liturgia, carità.
I rappresentanti delle Associazioni sono eletti all’interno delle stesse aggregazioni laicali.
Quelli eletti dai partecipanti alle Messe domenicali sono eletti in due turni: i partecipanti alle Messe indicano nella scheda tre nominativi. La Commissione elettorale vaglia le persone indicate e fa una lista di eleggibili, tra coloro che hanno ricevuto il maggior numero di preferenze, fino ad un massimo di 30 nominativi.
Nel secondo turno di votazioni i fedeli indicano sulla schede tre preferenze tra gli eleggibili. La Commissione elettorale procederà allo scrutinio e identificherà le 15 persone che hanno ricevuto più voti. Il Parroco verificherà l’idoneità degli eletti e ne confermerà l’elezione.


AVVERTIMENTO DI PAPA FRANCESCO
Tutto quanto abbiamo detto finora può illuderci di aver trovato il modo più efficace per far funzionare bene la Chiesa a livello locale, capace di dialogare con l’uomo di oggi.
Ma Papa Francesco ci avverte nella “Evangelii gaudium”, che questo attivismo nella Chiesa può distoglierci dalla missione fondamentale della Chiesa: annunciare il Vangelo, soprattutto ai lontani, ai poveri, agli scartati dalla società.
Di conseguenza nella nostra Parrocchia ci impegniamo ad annunciare il Vangelo, perché ogni persona possa incontrarsi con Gesù Cristo risorto, sperimentare il perdono dei peccati, ed iniziare una vita nuova. Può essere che le persone che frequentano la Messa o portino i loro figli al catechismo non accolgano l’annuncio del Vangelo, mentre si rallegrino e cambino vita quelli che in Chiesa non ci vengono mai. Non ci deve meravigliare perché il Vangelo ci sorprende sempre.


ALTRI MOMENTI DI COMUNIONE
Quando quest’estate ci siamo ritrovati noi sacerdoti per fare il Programma pastorale di quest’anno, abbiamo preso in seria considerazione alcuni eventi che potessero riunire insieme tutti i parrocchiani, sia quelli che sono attivi nei tanti gruppi parrocchiali, sia quelli che non appartengono a nessuna associazione ma sono interessati e affezionati alla vita della Chiesa.
Oltre agli eventi tradizionali, tra i quali ha importanza primaria la Processione del Corpus Domini, volevamo offrire l’opportunità di ritrovarci insieme per una giornata in preghiera, in riflessione sulla Parola di Dio e sul Giubileo della Misericordia e in fraternità conviviale. Ecco il RITIRO PARROCCHIALE A SAN MINIATO DI DOMENICA 14 FEBBRAIO 2016.
Non possiamo limitarci nella nostra vita cristiana alla Messa della domenica, questo non è mai esistito! Sempre la Chiesa ha esortato i fedeli a stare riuniti in fraternità per dare quel segno fondamentale a chi non ha la fede, e che Gesù stesso ha raccomandato: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Giov. 13,34-35). Noi cristiani ci distinguiamo per il modo in cui ci amiamo reciprocamente, nella schiettezza dei rapporti fraterni, che non si trova nel mondo.
Soprattutto in un mondo come quello attuale, in cui i rapporti tra le persone avvengono in gran parte tramite macchine: cellulari, citofoni, conversazioni in video, ecc.
Vale proprio la pena cominciare ad incontrarci tra noi, pregare, mangiare, ascoltare, e stare insieme in allegria.
(Dal Momento del 21/02/2016)

Altro momento di particolare comunione è la Cena nel sabato che precede il Natale. Nata all’Oratorio come cena dei giovani, ha finito per coinvolgere tutti, ed è diventata da 10 anni un’occasione significativa di incontro in allegria tra tutti. Il numero dei partecipanti si è ormai attestato sulle 60-80 persone, poche se pensiamo alla Parrocchia, ma un segno di comunione importante. Si conclude con la Novena di Natale.

CONSIGLIO ECONOMICO PARROCCHIALE (copae)
Altro Consiglio che collabora a stretto contato col Parroco è il Consiglio Economico (Copae), che come dice il nome si occupa dell’amministrazione della Parrocchia. Occorrono persone con una duplice competenza: da una parte devono essere esperti in una materia che si fa sempre più complessa e difficile, dall’altra parte non devono mai dimenticarsi di amministrare beni e risorse che devono rispondere ai criteri del Vangelo e quindi del bene delle anime.
Il nostro COPAE è formato da 4 consiglieri che aiutano il Parroco, insieme ad altri parrocchiani, nella complessa amministrazione di questo Ente ecclesiale. Abbiamo 5 chiese: Collegiata di S. Andrea, Madonna del Pozzo, S. Antonio, S. Rocco, ed una di proprietà del Demanio, S. Agostino. Altre 6 strutture che servono alla missione della nostra Chiesa: la Propositura con le aule per la Catechesi e la sede di varie Associazioni, la Sala Teatro “il Momento”, il Museo della Collegiata, la Libreria S. Paolo, l’Oratorio, Casa S. Rocco.
Inoltre abbiamo un piccolo patrimonio immobiliare che dovrebbe servire a coprire le spese per la manutenzione delle suddette Chiese e Strutture di missione, ma non è sufficiente, anche perché non può essere gestito con criteri di lucro, ma di utilità comune.
Ogni anno redige un bilancio, che sottopone all’approvazione del Consiglio Pastorale Parrocchiale, e successivamente all’Ufficio economico della Diocesi. Purtroppo non siamo ancora riusciti a portare in pareggio il bilancio, pur diminuendo costantemente il debito della precedente gestione, e tagliando le spese inutili.
La situazione economica difficile ha avuto un risvolto positivo: per la prima volta nella sua storia la nostra Parrocchia si avvale quasi esclusivamente di personale volontario, che sta crescendo costantemente di numero e di qualità.
Nel presente sito abbiamo inserito una voce “Erogazioni liberali” a favore della Parrocchia, indicando le modalità per eseguirle. Un grazie a chi ci aiuta e a chi vorrà aiutarci.    

EVANGELIZZAZIONE
E’ l’attività fondamentale della Parrocchia, e consiste nell’annunciare il Vangelo in tutti gli ambiti della vita delle persone. Col Concilio Vaticano II si è cominciato a capire che la missione della Chiesa non è quella di distribuire i Sacramenti e di far presente Cristo nei vari luoghi di culto, nonché nelle case piccole chiese domestiche. Poteva andar bene in una società sacrale, dove tutto era permeato dai valori della fede cristiana. Ora siamo in un’epoca di scristianizzazione, in cui la gente ha perso la fede. Occorre passare da una pastorale di sacramentalizzazione ad una pastorale di evangelizzazione.
Fu Papa Paolo VI a delineare con chiarezza il modo di affrontare la realtà in grande cambiamento sociale con l’enciclica “Evangelii nuntiandi”.
Tutti i suoi successori hanno insistito su questa nuova pastorale della Chiesa, ma non molto si è mosso all’interno della Chiesa, tra gli operatori pastorali, tanto che Papa Francesco ha dedicato proprio una parte della sua esortazione “Evangelii gaudium” alla crisi degli operatori pastorali.
Occorre uscire, andare per le strade, le piazze, nei luoghi d’incontro della gente, ed annunciare loro il Vangelo: Gesù Cristo mi ha amato quando ero peccatore ed ora annuncio la sua misericordia, perché anche gli altri possano incontrarsi con questo amore e cambiare vita.
Altro segno che può parlare all’uomo del nostro tempo è la comunità cristiana che si ama nella sincerità, con quell’amore che ha ricevuto gratuitamente da Gesù.

Nella nostra Parrocchia cerchiamo di mettere in atto questa nuova evangelizzazione, andando periodicamente nelle piazze ad annunciare il Vangelo alle persone che passano. Inoltre andiamo a visitare le famiglie e a chi ci accoglie portiamo la nostra esperienza di salvati.
Nelle piazze (e in futuro anche nelle case) facciamo delle brevi catechesi in dialogo con le persone. Si tratta di metterle di fronte alla loro vita, per scoprire l’opera di Dio e il suo progetto di salvezza, là dove prima vedevano soltanto il fallimento, l’ingiustizia e il peccato degli altri.
Il tutto si conclude con l’opportunità di confessare i propri peccati al sacerdote.

Oggi si parla di 2° annuncio, che segue e completa il 1° annuncio, con una catechesi più approfondita, contenente i principi fondamentali della fede. Ma al di là dei termini tecnici, noi facciamo una volta all’anno una catechesi per giovani e adulti, a cui invitiamo tutti per riscoprire la fede, smarrita dopo la Cresima o anche prima. Dura 7 settimane con due incontri settimanali dopocena, e una convivenza finale. Alla fine deciderà se vorrà continuare o smettere. In ogni caso gli servirà a prendere seriamente in mano la propria vita alla luce della Croce di Cristo, a conoscere un po’ sé stesso, a fare esperienza dell’amore di Dio.

Durante l’estate alcuni giovani vanno in pellegrinaggio ed annunciano dove capitano il Vangelo, affrontando le difficoltà della lingua, della mentalità diversa. Eppure l’uomo ha fondamentalmente le stesse idolatrie e gli stessi problemi esistenziali, a causa della paura della morte. Ma Cristo ha vinto la morte con la sua gloriosa risurrezione.

Qui di seguito diamo alcune esperienze di tutto quanto abbiamo esposto in modo teorico fin qui. Forse risulterà più vero e comprensibile quanto abbiamo detto.


UNA PROPOSTA PER RISCOPRIRE LA FEDE
In questi giorni stanno passando per le strade della nostra Parrocchia degli incaricati del Parroco, a inserire nelle vostre cassette postali il Calendario della benedizione delle famiglie e delle case.
Desideriamo così favorire tanti nostri parrocchiani che frequentano poco o per niente la nostra Chiesa, ma che si considerano appartenenti alla grande famiglia della Chiesa Cattolica. Possono così trovare il tempo per accoglierci nelle loro case, conoscendo l’orario del nostro passaggio in quella strada.
I sacerdoti sono anche disponibili ad un breve colloquio con chi non condivide la nostra fede o appartiene ad altre religioni, perché sappiamo che siamo tutti fratelli e figli dello stesso Dio, Padre di ogni uomo.
E’ con lo stesso spirito di fraternità e accoglienza che abbiamo unito al Calendario anche un biglietto di invito alla Catechesi per giovani e adulti, con la figura del Buon Pastore. Vogliamo offrire proprio alle persone che sono alla ricerca del senso della vita, che hanno smarrito la fede, o che desiderano riscoprirla, un’opportunità di ricevere il gioioso annuncio del Vangelo, “Gesù è risorto e ha vinto il male e la morte”, non solo allora ma anche oggi e per te personalmente.
Alcuni fratelli ci aiuteranno a scoprire la bellezza del Vangelo, l’opera che Dio sta facendo personalmente in ognuno di noi, i suoi doni che sono la Bibbia e i Sacramenti, per rialzarsi dalle nostre sofferenze e lodare il Signore.
Cominciamo LUNEDI’ 18 GENNAIO ore 21,30 a Casa S. Rocco, in Via del Ghirlandaio 1 (angolo Piazza Pinturicchio), due volte alla settimana, lunedì e giovedì. Avranno la durata di un’ora circa per ogni incontro, e termineranno la prima settimana di marzo.
Tutti siamo invitati, anche chi ha già partecipato negli scorsi anni, e in particolare invitate e accompagnate persone che si sono allontanate dalla fede. Constatiamo che sono soprattutto i giovani a partecipare a questi incontri, perché si cerca di presentare il messaggio cristiano col linguaggio e i problemi di oggi.
Per favorire la partecipazione e il dialogo gli inviati (muniti di apposito certificato del Parroco), in alcune vie, suoneranno anche ai vostri campanelli, per invitarvi e per raccogliere i vostri suggerimenti. Anche alle S. Messe di questo sabato e domenica alcuni fratelli faranno un invito attraverso la loro personale esperienza.
Vi aspettiamo.   
Don Guido
(Dal Momento del 17/01/2016)


L’ANNUNCIO DEL VANGELO PER LE PIAZZE
Gesù, dopo la sua resurrezione, ha consegnato ai suoi discepoli una missione fondamentale: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”. La Chiesa ha continuato lungo i secoli a mettere in pratica questo comando del suo Maestro, in vari modi a seconda delle epoche e dei luoghi. Ancora oggi vuol far risuonare il lieto annuncio del Vangelo, che non può limitarsi all’omelia della domenica, alla catechesi dei giovani e degli adulti, o al buon esempio dei fedeli (tutti utilissimi), ma desidera raggiungere le persone nelle loro case, nel posto di lavoro e di svago, e addirittura nelle piazze.
Si tratta di lanciare un messaggio di speranza in un momento in cui le persone la stanno perdendo a causa della crisi economica e morale, senza più punti di riferimento e spinte ideali che diano senso alla vita. Noi Cristiani abbiamo trovato questo nella Chiesa, in Papa Francesco, in tante persone che ci sono state di guida e di esempio nelle nostre comunità parrocchiali.
Questa ricchezza di vita e la nostra esperienza personale di persone salvate e amate da Dio, la proclamiamo nelle piazze di Empoli, come stanno facendo a Roma e in tante città del mondo, nel rispetto delle altre religioni e delle singole persone.
Lo stesso Papa Francesco ci invita:
“Lo Spirito di Cristo Risorto scaccia la paura dal cuore degli Apostoli e li spinge ad uscire dal Cenacolo per portare il Vangelo. Abbiamo anche noi più coraggio di testimoniare la fede nel Cristo Risorto! Non dobbiamo avere paura di essere cristiani e di vivere da cristiani! Noi dobbiamo avere questo coraggio, di andare e annunciare Cristo Risorto, perché Lui è la nostra pace, Lui ha fatto la pace, con il suo amore, con il suo perdono, con il suo sangue, con la sua misericordia”.
TI ASPETTIAMO DOMENICA
(Dal Momento del 10/04/2016)


EVANGELIZZAZIONE NELLE PIAZZE
“Nella Parola di Dio appare costantemente questo dinamismo di “uscita” che Dio vuole provocare nei credenti. … Oggi, in questo “andate” di Gesù, sono presenti gli scenari e le sfide sempre nuovi della missione evangelizzatrice della Chiesa, e tutti siamo chiamati a questa “uscita” missionaria. Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo”. Papa Francesco, Evangelii gaudium,20.
Uno dei modi di mettere in pratica l’invito del Papa ad uscire fuori per annunciare il Vangelo è quello dell’evangelizzazione nelle piazze. Ce ne sono molti altri: andare nelle scuole, nei posti di lavoro, nei luoghi di ritrovo, nelle famiglie, negli ospedali, ecc. L’importante è annunciare la lieta notizia che la morte è vinta, i peccati sono perdonati, ci è offerta gratuitamente una vita nuova.
I fratelli delle Comunità Neocatecumenali invitano tutti quelli che lo desiderano di portare questo annuncio insieme e invitare amici e conoscenti ad ascoltare e partecipare.
Don Guido
(Dal Momento del 27/04/2013)


L’ANNUNCIO DEL VANGELO: UN’ESPERIENZA.
In questo tempo ad Empoli, ogni domenica pomeriggio, ormai da un mese, si svolgono le giornate di missione e di evangelizzazione, alle quali tutti noi siamo stati invitati a partecipare per portare agli altri il lieto annuncio. Partiamo in processione dalla Chiesa della Madonna del Pozzo e cantando con gioia arriviamo in piazza Don Minzoni. Proclamiamo i vespri, diamo le nostre esperienze sulla propria vita e in alcuni incontri abbiamo cercato di rispondere ad interrogativi che spesso ci poniamo nella vita ma ai quali non sempre riusciamo a trovare una risposta soddisfacente. Domande che ci interrogano sulla nostra Fede: Chi è Dio per te? Credi in Dio? Hai sperimentato Dio nella tua vita? Domande che ci interrogano sulla nostra vita: Chi sei? Perché vivi? Qual è il senso della tua vita? Interrogativi che ci fanno riflettere su chi siamo e ci portano a considerare e prendere in mano la nostra vita, interrogativi che ci invitano a scrutare nel  proprio essere e nell'intimità del cuore, interrogativi ai quali spesso non riusciamo a dare una risposta, poiché incapaci di vedere quello che è il progetto di Dio.
A tali interrogativi risponderei così: Mi chiamo Debora, sono la terza di cinque fratelli: ora in quattro, perché Benedetta è un angelo volato in cielo. Sono nata e cresciuta in una famiglia cristiana, unita nell'amore di Cristo. Certamente il Signore mi ha donato la vita poiché ha un progetto d'amore per me, così come lo ha per ognuno di noi anche se talvolta lo dimentico e non accetto alcuni fatti e sofferenze che accadono e che mi portano ad allontanarmi da Lui. In questi momenti bui cerco di capire il perché di determinati eventi ma non sempre riesco a trovarlo; la preghiera però, mi porta ad accettare tali situazioni e a comprendere quanto in realtà siano importanti per me. Il Signore talvolta ci fa cadere ma non ci lascia a terra, se noi lo vogliamo ci aiuta a rialzarci, talvolta mi pone in situazioni più grandi di me poiché mi vuole far capire quanto sia importante chiedere aiuto agli altri e a Lui. Spesso sono cieca e non mi accorgo di quanti doni meravigliosi mi ha fatto il Signore e ripensandoci sono davvero tanti: la vita, la famiglia, i fratelli, i nonni, gli amici, la fede, il poter gustare le bellezze di questo mondo. Dio è come un Padre con il qual posso sfogarmi nei momenti di rabbia, al quale posso confidare le mie paure, i miei dubbi, le mie incertezze, posso chiedere consigli e posso ringraziarlo per le cose belle della vita. Altre volte non riesco a metterlo al primo posto poiché occupata in altre cose che, in quel momento, penso diano la felicità, ma che in realtà è una felicità momentanea,non duratura. Quando invece partecipo all'evangelizzazione e alle missioni sperimento la gioia di stare con il Signore, una gioia che ti porti nel cuore anche quando termina la giornata, una felicità pura che viene da piccole cose: un canto,un ballo, dalle parole "Dio ti ama", dallo stare insieme per annunciare il Vangelo e l'amore di Cristo. E' bello vedere persone diverse di carattere, opinione, pensiero unite nell'amore di Cristo, persone povere che però hanno sperimentato l'amore di Dio e si sentono amate da Lui e per questo pronte a testimoniarlo. Ammetto che non sempre è facile andare nelle piazze e testimoniare perché preoccupata di quello che la gente potrebbe pensare di me, ma come è scritto nel Salmo 125, all'andar si va piangendo ma nel tornare si viene con gioia poiché arricchiti dal suo amore, dal suo Spirito e gioiosi di averlo testimoniato insieme alle altre persone. Non so quello che il Signore ha in serbo per me ma in questo momento mi chiama all'umiltà e alla
testimonianza.
Debora Peruzzi
(Dal Momento del 25/05/2014)

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